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lug 07

Stefano Pastor – Songs

L´ascolto di questo disco effettuato in solo dal violinista genovese Stefano Pastor mette subito di buon umore per la qualità e lo spessore di quello che è in grado di proporre, al di là di quello che è il retaggio classico da cui proviene il suo strumento. Proprio questa distanza da quella che in fondo è la sua cultura di base fa la bellezza dell´incisione, che riprende degli standard di jazz, brani del repertorio brasiliano e Purple Haze di Jimi Hendrix. Va detto subito che la fonte di partenza è il violino, qua e là distorto e trasformato da fonti elettroniche. La sua voce sottile canta i versi, piuttosto noti, avvolta da suoni che appaiono subito singolari, originali, e poi si parte verso improvvisazioni in cui spunta la vera anima di questo musista. Prendiamo ad esempio il famoso I Got Rhythm di apertura, cavallo di battaglia di Stephane Grappelly, ad esempio, in cui appare un fraseggio jazz invidiabile che rende il brano più complesso di quanto siamo abituati ad ascoltare.  Ovviamente le composizioni scelte provengono da tradizioni diverse e Pastor dimostra una felice scelta anche nel modo in cui si è scelto di gestire l´intera costruzione sonora, il suo è un senso dell´architettura notevole, senza giri a vuoto o l´assistenza sterile degli aggeggi che trasformano il suono per partito preso. Beatriz è un piccolo capolavoro che si muove sui territori cari al trombettista John Hassell. Un colpo di genio che sta a mostrare la cultura musicale del violinista. Non ci si ferma qui, perchè il disco riserva sorprese ad ogni brano. Le dissonanze “spaziali” di Quem e voce sarebbero piaciute anche a qualche esponente del Kraut Rock. Ritorna la voce su You Go to My Head un brano caro a Chet Baker. Qui ci si mette lo stesso feeling e un accompagnamento d´archi originale. Gli ultimi due brani sono una versione carica d´energia del famoso titolo di Jimi Hendrix e una delle composizioni più belle di Charles Mingus, Duke Ellington´s Sound of Love, eseguita da diversi gruppi del contrabbassista. La versione in solo, senza tracce parallele, esalta il suono del violino, nelle sue mani quasi un sassofono, e la bella melodia del tema, così poetica e intensa. Il disco è maturato lentamente, in diversi luoghi e tempi. Il risultato delle lunghe session passate registrando le tracce e mettendole insieme è di quelli che segnano la storia di fare musica su questo
strumento.

Label: Slam Productions

Year: 2012

Tracklist

01. I Got Rhythm
02. Beatriz
03. Quem e voce
04. You Go to My Head
05. Purple Haze
06. Duke Ellington´s Sound of Love

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