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giu 12

Grannies Club + The Disappearing One @Staminali

Grannies Club

In una serata dove poteva letteralmente accadere di tutto per una lunga serie di motivi – uno fra tanti, il più palese, di natura meteorologica – ci ritroviamo a riparaci da una pioggia (che non arriverà mai) fra le quattro mura del “Le Mura” live club. Perdonatemi il gioco di parole ma non si ha tutti i giorni l’occasione di dire qualcosa di così stupido e altrettanto vero allo stesso tempo. Ancora una volta, il nemico da battere è l’umidità, ma non sotto forma di pioggia, bensì di sudore, e chi si occupa di rock accetta volentieri la sfida. Le due band di stasera portano sul palco due tipi diversi di traspirazione:

 

i 3/4 dell’entità The Disappearing One (oggi privi della chitarra e del synth di Andrea, in versione semi-unplugged) se la portano da lontano, da casa (nel loro caso, Caserta, altro gioco di parole); è il sudore del viaggio in macchina con gli strumenti; il sudore dello sfiatamento da affiatamento. Per il bassista Marco si aggiunge a quello fisiologico persino il sudore dello sfebbramento repentino da paracetamolo. Un sudore un po’ ignobile, stagnante, da estate trascorsa in città a studiare, va bene, ma la fatica, ovunque e comunque si manifesti, quando la ignori sarai sempre rock’n'roll. Durante la performance, fatto curioso, i ragazzi campani sembrano trovare e restituire refrigerio. Sono calmi e sereni, come il loro interessante mélange di post-rock e pop, intimo ma senza piagnistei. Il loro show è un numero perfetto di apertura, rompe i silenzi e vince le diffidenze con l’umiltà della passione per la musica, cui il loro LP Several Efforts for Passionate People (Seahorse Rec. 2012) è un vero monumento, fin dal titolo. Sappiate che la nostra/vostra Gio si è emozionata per la voce del frontman, Fabio, lo stesso che poi mi confiderà di soffrire di faringite. Non fa male, non fa male! The Disappearing One entra ed esce dalla scena senza fare rumore, ma la sua musica è tutt’altro che evanescente, e non vediamo l’ora di sentirla “al completo” e sviscerare per benino il suo sound. Per ora meditiamo sul potenziale della splendida e romantica Looking for Specials, col suo refrain che non si lava via.

Il sudore dei Grannies Club, mattatori della serata Staminali, è di ben altra natura: un geyser, muscolare, sborone, un fiume di calorie bruciate, partenza dei centometri. Tanto rilassati e a loro agio nel pre-concerto quanto scattanti ed energici sul palco, i Grannies sanno quando è il momento di usare il napalm. Il registro del quartetto romano, d’altronde, è sfacciatamente garage-rock, dagli originali del loro One Night Stand (Teen Sound, 2009) fino alle cover vintage regalate ai numerosi fans a fine concerto; in casi come questi, le ascelle pezzate sono veramente il minimo. I brani sono fulminei e intensi, pieni di ammiccamenti scanzonati, inni all’irresponsabilità, inviti al gioco, alla danza e alla libidine dell’alcool. Tutto nel locale va più veloce mentre sono in scena i Grannies, anche il barista. Forse troppo veloce, però: la gibson del frontman non ne può più e una corda si spezza ma – niente panico! Pochi minuti e tutto riparte; il pubblico, in gran parte fluito all’aperto, a godersi la brezza della sera dopo tanta afa, è richiamato all’interno dagli ululati di David Comanducci e il secondo atto è forse ancor più adrenalinico del primo. Bella prova, perché dopo l’intoppo bisogna dare sempre, sempre un po’ di più. Ne prendiamo tutti atto, le ragazze in particolare, che ringraziano sfogandosi nel ballo, davanti ad un collettivo che sa di poter contare anche su di un certo sex appeal.

E infine, complimenti anche al team di Staminali; anche loro devono aver sudato parecchio per convincere tanta gente a restare al chiuso in piena San Lorenzo Estate. Ghiandole sudoripare geneticamente modificate.

 

1 commento

  1. closer

    lacrime e sangue e sudore.

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