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ott 27

Death – Individual Thought Patterns

Se ogni tanto la smetteste di masturbarvi dietro l’ennesima rivelazione underground post – aggettivo a caso e vi soffermaste, accendendo quel fottuto cervello che vi ritrovate Dio sa perché, ad analizzare il significato stesso della parola “musica”, arrivereste alla semplice quanto rivoluzionaria conclusione che essa non sia unicamente legata alla costruzione ed all’ascolto di formazioni – rivelazioni composte da sbarbatelli paraculo, coi pantaloni a sigaretta e con una chitarra accordata per caso, intenti a suonare tre accordi ripetuti mentre sputacchiano lagne esistenziali ermetiche quanto basta per non avere nulla da dire (mi dicono dalla regia che si tratti di “poesia” … ooooh!), ma che essa – sostanzialmente – sia l’arte e la scienza dell’organizzare i suoni nel corso del tempo.
Non citatemi Mozart ed il suo concetto di “musica come esperienza soggettiva”, perché sarebbe davvero fuori luogo (per inciso, poi, Mozart sapeva suonare ed il suo Quartetto K 370 l’acne lo combatteva eccome).
Vorrei iniziare questa piccola rubrica proponendovi l’ascolto di Individual Thought Patterns, fondamentale disco degli altrettanto fondamentali Death, pubblicato nel lontano 1993 per Combat Records.
Chi sono i Death?
Smettetela di leggere, fatevi un giro su Google e tornate qui.
Fatto?
Bene.
Come forse avrete già avuto modo di scoprire, spulciando Wikipedia ed affini, i Death furono i maggiori innovatori della musica metal a cavallo degli anni ’80 – ’90 ed i padri musicali, con Scream Bloody Gore, di quel genere/movimento che tanto successo riscosse nel decennio successivo noto come death metal.
“Uno dei primi istigatori del movimento Death Metal”, disse a suo tempo Garry Sharpe-Young a proposito della band capitanata dal mai troppo compianto Chuck Schuldiner.
Ugh, il metal che schifo … il death metal, poi! Gente che sa solo urlare.
L’avete pensato, vero?
Questo perché siete dei coglionazzi, ma vi perdono.
Dicevamo … Individual Thought Patterns.
Distruttivo, devastante, meraviglioso.
Tre aggettivi che, nella loro pomposità, non riuscirebbero mai a rendere giustizia ad un tale, mirabolante, lavoro; uscito tra Human e Symbolic, altre due perle nella carriera discografica della band di Orlando, Individual Thought Patterns è forse l’album più complesso e completo della formazione statunitense, imprevedibile nei suoi vorticosi cambi di tempo e nelle sue accelerazioni ritmiche, ma sempre emozionante e vivo, anche dopo innumerevoli ascolti (troverete sempre qualche nuovo elemento per cui stupirvi).
Merito d’una esecuzione da antologia, ai cui vertici non possiamo che citare l’accoppiata Gene Hoglan (batteria) / Steve Di Giorgio (basso), gran picchiatore il primo, folle contaminatore il secondo (quando vi capiterà di ascoltare jazz in un album death?), e del solito genio creativo di Sua Maestà Schuldiner in persona, gran chitarrista (accompagnato qui dall’ottimo Andy La Roque) ed inimitabile compositore scomparso prematuramente nel fatidico 2001.
I suoi testi splendono, come al solito, per profondità e ricercatezza, sempre in bilico fra filosofia e critica sociale, mai così spietata, quest’ultima, come nella titletrack, settima traccia:

Followers to the leaders of mass hypnotic corruption
That live their lives only to criticize
Where is the invisible line that we must draw to create individual thought patterns?

E di nuovo, via verso il destino che tutti annienta, la religione intesa come qualcosa da vivere come un dato puramente personale, il rifiuto di ogni droga e di ogni stereotipo.

Support music, not rumors

Trentanove minuti di grande musica, tra architetture progressive e doppia casa, pulizia sonora e tecnica straordinaria, perizia lirica ed abilità vocale.
Altre parole non servono, basta solo l’invito ad ascoltarvi quantomeno Overactive Imagination, opener di questa autentica pietra miliare della storia della musica.
Se doveste invece rifiutarvi per pregiudizio, andatevene affanculo e non tornate mai più su questo sito.

Tracklist

01. Overactive Imagination
02. In Human Form
03. Jealousy
04. Trapped In A Corner
05. Nothing Is Everything
06. Mentally Blind
07. Individual Thought Patterns
08. Destiny
09. Out Of Touch
10. The Philosopher

Etichetta: Combat Records
Genere: Death Metal
Anno: 1993

1 commento

  1. Diego

    Recensione scritta coi fiocchi, complimenti davvero! Sono pienamente d’accordo con te e siccome scrivi da dio non potevo non apprezzarti. Bravo, hai reso giustizia ad un capolavoro ;)

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