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apr 12

TWYS dissecting and recomposing CRIPPLE BASTARDS

Ecco un disco per chi non teme il fascino del male. La temeraria (nonché italiota) etichetta Trips und Träume propone un maxi singolo da incubo con dentro tutto il represso musicale di un paese troppo innamorato del bello per riflettere sulle scorie che giorno dopo giorno si affanna a nascondere sotto il tappeto. Il packaging della lussuosa Limited Edition del 12” è consapevole metafora di questo meccanismo di rimozione: la sleeve nero-laccata, glossy come il mobilio di un sushi bar, cela infatti al suo interno un vinile spruzzato di sangue; nei suoi solchi è scolpito il patto maledetto fra compatrioti complici nel delitto. A fornire materia prima sono i Cripple Bastards, band storica del grind-core made in Italy, con un brano fra i più macabri del loro ouvre, “Stupro e addio”, tratto dall’ultimo lavoro in studio del 2007 – a farne scempio, armato del bisturi del remixer, l’oscuro artista electro-ambient TWYS. L’incontro di queste due forze maligne genera una suite di 24 minuti dove il magma immondo, sudicio e immorale della band di Asti viene dissezionato, isolato, etichettato e messo in mostra nella formalina della fredda analisi positivistica e computerizzata di TWYS.

Già dai primi secondi di ascolto, le sinapsi di questo metallaro rinnegato si accendono come led ed inviano su quel prezioso display ultrawide che chiamiamo retina la scritta Tool: l’atmosfera mortifera e sterile dell’obitorio, l’incedere lento ma ineluttabile, il senso di dramma e i campioni di white noise come seghe elettriche del primo segmento del brano sono intrise della stessa estetica morbosa degli intermezzi di Aenima. D’un tratto emerge il macabro mantra/loop:

Dentro a una carne estranea ritrovo il mio mondo/

E’ la legge di chi riacquista respiro e convive col ricordo/

Ripercorro e scandaglio

(Quest’ultimo verso è anche il manifesto di TWYS, celebrazione del modus operandi del chirurgo e del remixer; elegia della ripetizione (coatta?) che l’artista elettronico condivide col serial killer). Poi viene messo a fuoco il riff dalle tinte doom, una linea di basso, il feed di una chitarra, echi di pattern di batteria, presenze che si fanno strada fra sospiri, stridori e brusii di radio sintonizzate su un canale morto; un groove che non ha quasi più niente di umano, disciolto ed eclissato com’è dai riverberi. Elemento per elemento, ogni cifra del brano originale si dispone lentamente all’interno dello spettro della stereoscopia; se per qualche ragione vi si allontana è solo per poi ritornare, riproducendo il languido rituale dei meccanismi della memoria. Ci si desta dall’ipnosi solo quando la corsa del fader manovrato da TWYS raggiunge di nuovo la posizione di partenza. All’ascoltatore spetta la decisione: negare l’esperienza vissuta e tornare al mondo in technicolor dei primi minuti di Velluto Blu o accettare il male di cui pure siamo fatti, elaborare, meditare, trascendere. Un lavoro ben fatto, megalitico e fragile allo stesso tempo, che si apprezza solo se si ha il coraggio di guardarsi dentro guidati da una musica che non vuole carezzare l’anima, ma rifletterne le imperfezioni.

Label: Trips und Träume

Anno: 2012

Tracklist:

  1. Stupro e Addio RMX

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