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apr 23

Captain Quentin @ Ilary Bar

Captain Quentin

Chiunque mi conosce sa che ho una vera ossessione per i Captain Quentin. Li reputo la migliore band calabrese che conosca, e non ho nessuna difficoltà ad ammetterlo. Da almeno 3 anni, quando capitarono dalle parti del Sinister Noise. Per cui l’uscita di Instrumental Jet Set per la fromSCRATCH mi ha alquanto galvanizzato. E mi ha dato l’opportunità di vederli altre due volte: una a Le Mura di Roma, lo scorso marzo ed un’altra qualche giorno fa all’Ilary Bar di Crotone. E scusate se vi parlo di quest’ultimo live, ma è tutta colpa del coinvolgimento personale.
E della possibilità, finalmente concretizzatasi, di vederli suonare nella città in cui sono cresciuto, ed a cui sono legato. Nonostante questo posto sia veramente a corto di idee e di persone. Solo grazie a gente come Andrea c’è qualche speranza di risollevare questo vecchio pugile barcollante per il troppo malaffare, mafia, incompetenza ed inquinamento e che cerca un punto dove cadere a bordo ring. Solo grazie a queste persone, che con passione e puro spirito di sacrificio cercano di risollevare il pugile suonato, proprio con la musica. E che hanno organizzato Tracce Live per dare occasione a gruppi locali di suonare e provare generi diversi, ed a band da fuori di venire a dimostrare il loro valore. E chi più dei Captain Quentin? Una lunga sequela di live in tutta la penisola, due album prodotti (oltre ad Instrumental Jet Set, il precedente Certe Cose Determinate) ed una costante e crescente attenzione da parte di un mondo musicale spesso ancora dimentico del fatto che il muro di Berlino dei generi musicali è caduto da un bel po’ di anni. Chissà se qui a Crotone qualcuno se ne è accorto: pare di sì, vista l’affluenza ed i primi positivi feedback che lo zoccolo duro di 30 presenti riserva ai 5 capitani.
Che sciorinano sul palco tutto il loro repertorio musicale fatto di accelerazioni e stop improvvisi. It’s all in the art of stopping per dirla con Colin Newman, ma senza alcun riferimento ai Wire, solo alla singola frase perché i Captain Quentin aumentano e diminuiscono la velocità della serata a loro piacimento, in un amalgama di rock sperimentale che non ha nulla a vedere col post-punk. O forse sì? Ascoltare A spintoni nell’attualità (con un finale che mi sa veramente di Mar Ionio e non chiedetemi che significa, perché non saprei spiegarlo nemmeno io) può essere istruttivo: qualcuno utlizza il termine math rock per definirli, non male. Di certo le geometrie sono presenti, ma al loro interno sono incastonate come gemme preziose furenti scorribande sonore delle due chitarre che virano molto spesso sul noise. Ad inizio serata avevo i Can nei cdj. A fine serata avevo i Sonic Youth. Nel mezzo i Neu!. Senza averlo fatto apposta, strane le coincidenze, eh? Il pubblico cominicia ad avvicinarsi, perchè tanto “qui o lì non fa differenza, il rumore è lo stesso”. Dove scappate. Con Gamma Rana le tastiere salgono di intensità per abbracciarvi, sfrecciando e sorpassando il post rock sulla corsia d’emergenza. Pirati della strada. Prima di lasciarsi andare al volante a contorsioni evoluzionistiche da applausi. Applausi che arrivano puntuali, perché se loro non sono Mai Stati sulla Luna, a noi non interessa nemmeno andarci. Perché qui va davvero tutto al contrario. Qui non sono le persone, ma Le Case Avanti.
Ecco perché i Captain Quentin hanno suonato a Crotone. Ci hanno ricordato chi siamo e perché ci siamo ridotti così. Perché nonostante ci siano state tutte le condizioni per una serata perfetta, c’è sempre qualcosa che deve andare storto in questa città. Ma la passione per la musica, la buona musica vince sempre. Il resto è solo una grande ed immensa Sciocchezza, mon amour. E mentre loro se ne vanno via da Crotone con tutto il loro Instrumental Jet Set, a noi non resta altro che Trash & No Stars.

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