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gen 10

Lapingra @ Le Mura

Lapingra

Frasi fatte. Il mondo é piccolo.
Mi trovo a Roma, quartiere San Lorenzo, mai stato prima. Universitari, mura latine, pioggia, lampioni arancioni sui marmi bianchi e argille rosse, e puzza di piscio, ogni tanto.
Ho un appuntamento, ma sono incredibilmente in largo anticipo, e così lascio che la mia attenzione si fermi contro una vetrina del Le Mura. Al di là  di questa synth, chitarre e microfoni, illuminati dalle luci suffuse di una piccola saletta da concerto, lanciano il loro muto, per ora, irresistibile richiamo…e infatti non resisto, entro.

Il locale é accogliente, l’atmosfera calda e conviviale. Tavolini e sedie di eterogenee forme e materiali, un divano consunto, libri sugli scaffali, la più disparata oggettistica ed un biliardino rendono l’ambiente attraente e curioso, vagamente vintage.
Assecondo la frase di Boudelaire scritta dietro il bancone ed ordino una media, chiara.
Il gestore mi conferma che suoneranno due gruppi stasera, uno macedone, Bei The Fish, ed uno italiano, i Lapingra. Stupefacente, dopo aver recensito il disco di quest ultimi appena qualche settimana prima mi ritrovo, per puro caso, ad un loro concerto. Il mondo é piccolo. Frasi fatte..
Compiaciuto dell’incredibile casualità mi spingo così verso la saletta concerto: il piccolo palco é essenziale ed adornato da fili di piccole lucine bianche, attorcigliati attorno agli strumenti che stanno, ora, solo attendendo di entrare in azione. C’é già un pubblico piuttosto numeroso e rumoroso ed il solito banchetto merchandising.
Ma ecco che il duo composto dalla minuta Angela Tomassone (voce) e Paolo Testa (tastiere, chitarre e quant’altro) sale sul palco,  coadiuvato da un componente aggiuntivo (tastierine, percussioni e quant’altro).
BAM!
No, non é il muro di suono sparato dalle casse, al barista cade una bottiglia dalla mensola più alta del bar frantumandosi fra le risate generali, poi, in un ambiente sempre più frizzante, inizia il live.
Rispetto al disco l’impatto sonoro é minimale, la presenza di loop e drum machine é quasi inesistente; la maggior parte dei pezzi é eseguita solo con voce, chitarra e tastiera, con l’ausilio di claviette, glockenspiel e strumenti giocattolo. I pezzi risultano per forza di cose riarrangiati e meno folktronici rispetto al disco, il sound é più povero, schietto, semplice e diretto, ma la resa é comunque ottima e si addice perfettamente al tipo di locale ed al clima della serata. Angela tossisce spesso ma non sembra avere particolari difficoltà nel cantato.
Il grosso punto di forza dello show é la personalità del duo molisano che riesce, nonostante una scaletta risicata per ragioni di tempo, a dare un mood mai lineare e sempre coinvolgente allo spettacolo grazie all’alternanza di canzoni più soft  (Allie e dog) ad altre più sbarazzine (Hotel Banana, Eat a mandarino) ed alla caratteristica di prevedere piccoli elementi di sorpresa e finti fuori programma con la complicità di alcuni amici e collaboratori mischiati col pubblico. Come nel caso di Der blu angel, durante la quale sale sul palco la figura di un tenore solista, accompagnato da un piccolo coro, per eseguire i vocalizzi presenti nella versione registrata su disco.
I Lapingra sembrano essere quindi un allegro origami colorato, di mutevole forma e grandezza, capace di modellarsi a seconda delle esigenze di palco e di spettacolo. Si, spettacolo, perché la piacevole idea che mi rimane a fine concerto non é solo quella di un live, ben eseguito, ma di un piccolo show, ilare ma composto.
Se ascoltando il disco si ha l’impressione che la cosa che più spaventi i Lapingra sia la noia, nel live se ne ha la conferma.
Rimarrei ad ascoltare i Bei The Fish ma mi ricordo dell’appuntamento, ed ora sono ovviamente in grosso ritardo. Sarà per la prossima volta, tanto..il mondo é piccolo!

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