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dic 31

Wild Flag – Wild Flag

Il debutto omonimo delle Wild Flag, uscito quest’anno per la Merge Records, è un concentrato di indie rock della West Coast, ma non di quello californiano. Qui stiamo parlando di molto più a nord, precisamente di Portland, Oregon, sede di alcune delle band più interessanti uscite durante l’inizio del millennio. Tra queste vi erano anche le Sleater-Kinney, entrate in un periodo di lunga ed indefinita pausa: ciò che ha consentito a Carrie Brownstein (chitarra, voce) e Janet Weiss (batteria, voce e nome cinematografico d’altri tempi) di raggiungere Mary Timmons (chitarre) e Rebecca Cole (tastiere) per dare vita al progetto Wild Flag. Il risultato non è tanto distante dalle esperienze precedenti delle 4, con un disco impostato sul riot grrrl sound (va bene girl, l’ho scritto bene?). Non che ciò sia un male, poiché, nonostante tutto, Wild Flag abbonda di soluzioni interessanti. Dopo una tripletta di pezzi per scaldare i motori, il disco entra nel vivo con le deviazioni psichedeliche del singolo Glass Tambourine (l’altro singolo è il tiratissimo Future Crimes), che a dispetto dell’intro violento, accompagna con dolcezza la band verso le colorazioni finali, pregne di tastiere e di distorsioni acide. Una costante del disco. A tratti l’impostazione ricorda molto le Detroit Cobras (non erano riot grrrls anche loro nella  rivisitazione garage dei grandi successi americani del passato?), ma nella seconda parte del disco arrivano le sorprese: Short Version esplode in mano come un pacco bomba ad Equitalia, con ondulazioni di basso notevoli che rendono il terreno pieno di dossi. Attenzione alle sospensioni. Ed attenzione anche alla coda finale, da restare a bocca aperta. Uno dei pezzi migliori dell’album, alla pari con la magnifica Racehorse, pezzo vintage pieno di stratificazioni e di una intensità fuori dal comune, che conferma come in generale, le Wild Flag reggano meglio sulla lunga distanza (6.40). Si tratta di cavalle da corsa che, come Racehorse, partono in sordina per poi superare tutti all’ultima curva. Noi vi consigliamo di comprarvi un binocolo e puntare tutto su di loro: dopo un debutto notevole, scommettiamo che potranno galoppare a lungo nei prossimi anni. A proposito, auguri.

Label: Merge Records
Anno: 2011

Tracklist

1.    Romance
2.    Something Came Over Me
3.    Boom
4.    Glass Tambourine
5.    Endless Talk
6.    Short Version
7.    Electric Band
8.    Future Crimes
9.    Racehorse
10. Black Tiles
11.  Oh Yeah (iTunes Bonus Track)

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