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nov 15

A Toys Orchestra – Midnight (R)evolution

Avremmo potuto pubblicare quest’articolo settimane fa, in concomitanza con l’uscita nei negozi dell’ultimo lavoro degli A Toys Orchestra (come forse sarebbe stato giusto), ma si sarebbe corso il rischio di smarrire la propria identità nel marasma di riviste, giornaletti e siti web che, tra il 18 ottobre ed il 25 dello stesso (prima settimana di distribuzione del disco), hanno appestato la rete con speciali, contributi variegati e trafiletti riportanti tutti il nome di Midnight (R)evolution.
Sarà pur vero che internet moltiplica le voci, come asseriscono i difensori del world wide web, ma mille voci che parlano nello stesso identico momento non sono certo sinonimo di garanzia, sono rumore.
Perciò, eccoci qui: lontani dal rumore, per l’appunto, lontani dall’enfasi del momento e dalle distrazioni di certa stampa specializzata che non vede l’ora di bagnarsi nell’onanismo della ricerca estenuante della big thing, pronti ad analizzare quello che si configura come uno degli album italiani più importanti di questo 2011.
Bissare il successo, il clamore e la bellezza del precedente Midnight Talks, pubblicato appena un anno fa, poteva essere un’impresa impossibile per molti, estremamente difficile per altri e dannatamente frustrante per tutti, ma non per loro, non per quei quattro ragazzi campani che, dal 2004 di Cuckoo Boohoo, hanno completamente riscritto il senso stesso dell’espressione (vuota, per chi scrive) “musica italiana indipendente”.
Impressioni?
Non c’è un cazzo da fare – e mi si perdoni la volgarità: gli A Toys Orchestra sono la miglior band attualmente in circolazione in questo piccolo paese d’invidiosi.

Pur nell’incredibile varietà di suoni, atmosfere ed emozioni che questo Midnight (R)evolution impone all’ascoltatore, l’impressione di esser di fronti ad un nuovo gioiello targato Urtovox è prepotente.
A sorprendere, non le distorsioni elettriche combinate con un’elettronica “giocattolo” in stile anni ’80, né tantomeno i richiami punk – militanti dei migliori Clash o i riff che sanno di Franz Ferdinand: è l’essenzialità dell’album a marchiare il ricordo, le sue lente rarefazioni, la produzione spaziale.
Un passo in avanti, rispetto a Midnight Talks, che profuma di intimità, vestito con l’eleganza dei migliori appuntamenti e lo spirito della celebrazione.
Persino la titletrack, forse la traccia più direct – to – radio dell’intero lavoro, riesce presto a spogliarsi di ogni velleità catchy, per tramutarsi presto in un rock bluse d’annata, memorabile nel testo e nell’incedere roccioso.
Perciò, via con l’attitudine ska di Pinocchio, l’electro – wave di Welcome To Babylon e la micidiale combo finale Goodnight Again / Late September, due meravigliose incognite sul destino del nostro tempo.
Insomma, dopo gli ultimi deludenti capitoli discografici dei più disparati “mostri sacri” del rock italiano (un triennio disastroso quello 2008/2011), dopo l’orrenda mancanza d’idee dimostrata dai nuovi epigoni dell’underground tricolore, resta la certezza che almeno gli A Toys Orchestra sappiano ancora suonare buona musica.

P.S.: il consiglio che vi lascio è di non perderli in versione live.

Tracklist

1. Midnight Revolution
2. Pinocchio
3. Noir Dance
4. Lotus
5. Aphelion
6. Welcome to Babylon
7. Mutineer Blues
8. You Can’t Stop Me Now
9. Nightmare City
10. Goodnight Again
11. Late September

Anno: 2011
Etichetta: UrtoVox
Genere: rock

3 comments

  1. closer

    bellissima recensione, stefano.
    complimentoni.

  2. Stefano Ricci

    ringrazio <3

  3. closer

    no, davvero.
    difendersi dal marasma è sempre una virtù.

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