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ott 10

Peter Murphy @ Traffic

PETER MURPHY @ Traffic . photo by Carlo Alberto Riolo

a cura di Carlo Alberto Riolo

Roma, 7 ottobre 2011, per me non un venerdi sera qualunque. Punto la motocicletta in direzione via Prenestina. Al n.738 c’è il Traffic Club che questa sera ospita nientepopodimeno che l’ex-vampiro pioniere mondiale della goth wave Peter Murphy. E’ la seconda delle tre date italiane previste dal tour dello strepitoso Ninth, suo nono album in studio (il precedente lavoro Unshattered è datato 2004, in mezzo la reunion dei Bauhaus).
Con buone probabilità Ninth rappresenta con Cascade (’95) e Dust (’02) l’apice della sua creatività da solista. Peter l’avevo visto sempre nella capitale, sempre ad ottobre, due anni fa all’Alpheus. Era il “Secret Cover Tour”. L’apparizione del 2009 non smorza però le attese infatti al Traffic sono presenti mezzo migliaio di trepidanti e devoti fans. In sala, come prevedibile, abbondano le vecchie (e talvolta sgualcite) t-shirt dei Bauhaus, di Bowie e delle cult band che infiammavano la scena dark trent’anni fa. Ad incrementare la nostalgia di quell’irripetibile periodo ci pensano le selezioni dei due dj Grainking e Skillahar. A 10 minuti dall’arrivo sul palco del Nostro dalla consolle parte Death Disco dei Public Image Limited ed il pubblico si agita al ritmo ossessivo di quel basso pulsante. Nel bel mezzo del pezzo un organizzatore prende il microfono e ricalcando uno schema caro alle peggiori barzellette ci da una notizia brutta ed una bella: “la band di Peter Murphy questa sera si esibirà senza il bassista (Jeff Schartoff)” (ci difendiamo col legittimo mugugno) ed aggiunge: “ma si sapeva” (ci guardiamo tra noi per capire chi sapeva) e poi conclude: Peter tra cinque minuti inizierà la sua esibizione ed è molto eccitato di suonare a Roma” (ci guardiamo nuovamente tra noi per capire se ciò sia possibile dopo trent’anni di musica).
La consolle interpreta il momento sparando The Wait dei Killing Joke allo sfumare della quale parte un ben più scontato coro Peter Peter. Finalmente di corsa sullo stage il Nostro, il chitarrista Mark Gemini (lo ricordiamo anche con i Mission, Tricky ed altre formazioni) ed il batterista Nick Lucero che nonostante il vuoto della parte ritmica offrono un ottimo spettacolo. Le gemme del nuovo album ci sono quasi tutte da Velocity Bird così densa e rock (nel senso “IggyPoppiano” del termine) da consentire alla baritonale voce di Peter di manifestarsi in tutta la sua maturità. C’è quella I Spit Roses così appassionata e sensulamente wave da richiamare alla memoria i leggendari The Sound di Adrian Borland e da unire il pubblico in un coro ululato cui prendono parte i fan della prima ora, quelli che i Bauhaus se li sono goduti in diretta e i romantici ragazzi dark di oggi che fotografano e filmano l’evento con l’I-phone e che a fine serata cercheranno di farsi autografare il digipack di Gotham. Non poteva mancare l’incisiva e forse migliore traccia del disco Seesaw Sway, epica e post-punk, con tanto di controcanti dove la voce di Peter si e ci esalta. Si prosegue per oltre un’ora con un sapiente mix di pezzi nuovi e ripescaggi da album precedenti.
Tra un pezzo e l’altro Peter si intrattiene con i ragazzi delle prime file, strappa sorrisi pronunciando qualche parola in italiano, stringe mani, addirittuta accetta e indossa un anello regalatogli da una sostenitrice (che a quanto mi riferisce lei stessa in “italo-inglese” lo segue ovunque), ne invita un’altra a salire sul palco per i saluti finali. A più riprese smorza quell’aura sacrale che in lui viene insistentemente cercata da tutti quelli che lo vorrebbero più nelle vesti del leader dei Bauhaus (e che gli chiedono a gran voce pezzi come Bela Lugosi’s Dead, She’s in Parties, etc.). Peter afferma di trovarsi molto più a suo agio in calorose e avvolgenti atmosfere da club come il Traffic rispetto ai pienoni di strutture più grandi che hanno ospitato la reunion dei Bauhaus del 2006. Alla fine comunque eseguirà l’eterna Ziggy Stardust e a noi sta benissimo così. Facciamocene una ragione, i suoi occhi non sono più spiritati come una volta, ma la sua creatività è ancora notevole. E soprattutto mai ha mostrato di volersi limitare a gestire l’esercito di fans lascito dei Bauhaus sfornando lavori sempre all’altezza del suo nome e variando formula di album in album. Francamente non è poco.

14 comments

  1. closer

    ritorna la motocicletta, ritorna carlo.

    1. CAR

      vero vero ;)

  2. Antonio

    Splendida recensione! Carlo non sbaglia un colpo!
    Si attendono nuove incursioni in concerti doc…. ;-)

  3. ferh®

    …leggendo il tuo articolo (e lala foto…) mi dispiace ancora di più non esserci stato…e francamente non è poco:)

  4. Gabriele

    Bravo Charlie, l’articolo mi fà veramente venir voglia di ascoltare ninth. Spero ne valga la pena.

    1. closer

      non ci credo.

  5. CAR

    non ci crediamo.

  6. Jess

    Grande Carlo…bel pezzo e bella foto! ;-)

  7. Rita

    Bella recensione, complimenti!

  8. Rox

    Che fossi un gran fotografo già si sapeva, ma anche con le parole nn sei niente male! complimenti, hai reso in pieno l’atmosfera dell’evento e della serata!

  9. irene

    Grande Peter Murhy!
    Grazie a questa recensione così puntuale potrò dire in giro di esserci stata anch’io!
    ;-)

  10. flo

    complimenti!! bella la foto e ottima la racenzione… peccato non essere stata a roma quella sera!!! :-)

    1. CAR

      le apprezzate r{a}cenZioni di musicZoom :D

  11. roberto

    complimenti carlo per la recensione e per la splendida foto. aspetto il tuo prossimo pezzo!

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