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mag 26

Davide Tosches – Luci Della Città Distante

Davide_Tosches_Luci_Della_Citta_Distante_Cover-650x589Ho iniziato a occuparmi di musica recensita ormai dieci anni fa quando, dopo un brutto infortunio che mise K.O. la mia “carriera” musicale, decisi di continuare a coltivare la passione per i pentagrammi e le scale sonore in qualunque altra forma mi fosse concessa; in fin dei conti, non ero ancora pronto a mollare tutto per dedicarmi SOLO all’ascolto.
Volevo far qualcosa anche io, insomma … il concetto di “mettersi da parte” non è mai stato nel mio carattere.
Si rivelò, questa, un’occasione proficua sotto tre aspetti: il primo, è che iniziai ad ascoltare musica a livelli quantitativi che mai avevo avuto modo di frequentare (il che, di per sé, non può far mai del male); il secondo, è che conobbi persone umanamente splendide – e musicalmente ricche – con le quali ho avuto la fortuna di collaborare e con le quali ho ancora l’onore di lavorare.
Nonostante tutto.
Terzo aspetto, è che questo “recensire” mi diede l’opportunità di portare avanti anche una mia altra passione, quella della scrittura; così, scrivere brevi articoli o recensioni su questo e quell’album, quell’artista o quel concerto, pensai potesse fornirmi l’occasione per limare il mio stile, approfondirne taluni aspetti piuttosto che altri.
Una cosa, però, non avevo messo in conto: non avrei mai creduto di “conoscere” esseri umani come Davide Tosches.
Artista tout court (illustratore, grafico, musicista, fotografo, agricoltore, spaccalegna e quant’altro), polistrumentista fenomenale e autore prezioso, Davide Tosches rappresenta un caso più unico che raro all’interno dell’intero panorama musicale italiano: abbandonate le frastornanti città e le luci della scena patinata per una vita al “confine del bosco” (nome anche dello studio da lui stesso realizzato), Davide si presenta come – a mio avviso – uno dei pochi artisti in circolazione ad aver qualcosa di autentico da raccontare, fra centinaia di band o cantautori (definizione pessima) capaci solo di strizzare l’occhio a certi segmenti di pubblico o a mode passeggere come un’influenza stagionale.
La sua è una musica che colpisce cuore e cervello, potente com’è nell’evocare immagini e colori, esperienze e sensazioni senza mai urlare ma, anzi, col tocco delicato e morbido di chi conduce una vita senza chiasso, ricca di stupori e meraviglie.
Questo suo nuovissimo Luci Della Città Distante si configura come il lavoro più maturo e penetrante della sua intera produzione discografica, già ricca di un debutto mozzafiato (Dove l’erba è alta) e di un secondo lavoro (Il lento disgelo) non solo all’altezza delle aspettative, ma capace di subissarle con la magia nata dalla consapevolezza delle proprie possibilità.
Accompagnato da un folto staff di musicisti di primo piano e indiscutibile livello, come Hugo Race, Laura Carè, Luca Andriolo e Giancarlo Onorato, Davide ha “dipinto” un disco che, seppur affrontando argomenti di un certo calibro (come relazioni andate a male), riesce ad esser leggero e intimistico, senza quella pericolosa propensione alla baraonda dovuta dall’aver a disposizione compagni d’avventura come quelli appena citati.
Elegnate e quasi dimesso, Luci Della Città Distante è un lavoro evocativo quanto commovente; suoni e parole somigliano così a intense pennellate emotive, ognuna stesa con armonia, in un gioco entusiasmante di sottrazioni sonore tali da garantire all’intera produzione il giusto equilibrio.
Un esempio?
Mattino presto: atmosfere soffuse, quasi brumose, accompagnate da cantato contenuto e da brillanti giri acustici … un brano che camminerà con me per i prossimi tempi.
Signori, tutti in piedi.
Un applauso.

Tracklist

01. L’autunno
02. Il campanile
03. Un cane
04. Il primo giorno d’estate
05. L’airone
06. Il canto del ghiro
07. Il calabrone
08. Mattino presto
09. Luci della città distante

Anno: 2014
Genere: rock
Etichetta: Controrecords

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