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mar 01

Szilárd Mezei – Karszt

61SciNT4WGL._SL500_AA280_Vale la pena dare un ascolto a quest´opera validissima del violista serbo ungherese Szilárd Mezei. È stato già con degli ensemble di larga dimensione ma questa volta si è superato: sono ben ventitre i musicisti in studio per dare vita ad un lavoro piuttosto complesso, in cui la sua abilità di violista, direttore d´orchestra, compositore e improvvisatore ha modo di esprimersi senza confini o limiti di sorta. Nelle due ore e mezze di musica, registrate in studio a Novi Sad in Serbia, c´è tutto quello che l´avanguardia ci ha proposto nella versione per grande orchestra, specie la Globe Unity di Alexander von Schlippenbach e la London Jazz Composers Ochestra di Barry Guy nel secondo disco di questo doppio album dove Kéreg / Bark fa da punto di collegamento con l´estetica del free. Fra la musica popolare ungherese nella versione che ha ispirato compositori come Bela Bartok e György Szabados e Mezei c´è un forte punto di contatto e lo dimostrano le melodie che qua e là ondeggiano per il disco, ma c´è anche quella conoscenza profonda per l´avanguardia, per artisti del calibro di Anthony Braxton e Leroy Jenkins. Il primo disco comincia con il lungo Hep 20 cinquantasei minuti in cui dall´orchestra appaiono i protagonisti ed una melodia fa punto di riferimento durante lo svolgimento. Sono tutti molto bravi, musicisti sconosciuti nell´Europa occidentale o in USA, ma che qui dimostrano il loro valore e di come abbiano ascoltato i protagonisti più famosi, Braxton, James Newton, George Lewis, Leo Smith, Evan Parker in mezzo a intrecci di corde che portano la tensione allo spasimo. Fra le percussioni e gli archi i fiati trovano spazio e la musica procede per larghi archi, ben predisposta dalla scrittura ambiziosa di Mezei, presente anche come direttore d´orchestra. Gli improvvisatori fanno bene il loro lavoroe testimoniano del terreno fertile che nell´Europa dell´Est gli ha permesso di continuare con la loro ricerca. In Italia, diciamocielo chiaramente, con questa musica si incontrano soltanto porte chiuse. Fa bene la Slam Productions di George Haslam a pubblicarli e farli conoscere a livello internazionale perché qui c´è una fra le cose migliori a livello orchestrale degli ultimi anni. Non sarà di gradimento a tutti, ma l´arte è una cosa a sé ed ha soltanto bisogno di esprimersi. I protagonisti dell´orchestra: Szilárd Mezei viola e direzione d´orchestra, Bogdan Rankovic clarinetto, clarinetto basso, sax alto, Péter Bede sax tenore, sax alto, tarogato, Gergõ Kováts sax tenor, sax soprano, Béla Burány sax baritono, Ádám Meggyes tromba, Branislav Aksin trombone, Jens Balder trombone, Laura Lévay-Aksin flauto, flauto piccolo, Gergely Ittzés flauto, flauto alto, flauto basso, flauto piccolo, Andrea Berendika flauto, flauto alto, flauto piccolo, Máté Poszár piano, Jon Hemmersam chitarra acustica, Tijana Stankovic violino, Albert Márkos violoncello, Zoltán Csány contrabbasso, Ervin Malina contrabbasso, Ernõ Hock contrabbasso, Joel Grip contrabbasso, Ivan Burka marimba, Jelena Raskovic vibrafono, Hunor G. Szabó batteria, percussioni, István Csík batteria, percussioni.

Genere: avanguardia jazz
Label: Slam Productions
Anno 2014

Tracklist

CD 1

01. Hep 20
02. Karszt

CD 2

01. Fák és bokrok sûrû lombjaitól / From Foliage of Trees and Shrubs
02. Macskák / Cats
03. Kéreg / Bark
04. Chopin emlékére / In Memory of Chopin
05. Hep 57
06. Jugoplastika

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