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feb 11

Intervista ai File Not Found!

Un po’ di tempo fa, avevamo avuto il piacere di ascoltare il primo lavoro dei romani File Not Found, una delle realtà musicali emergenti – per me – più interessanti dell’attuale panorama underground nazionale.
Il loro 404 aveva già raccolto pareri positivi sia qui che altrove … adesso, è arrivato il momento di scambiare quattro chiacchiere con loro.
Abbiamo così raggiunto Christian, chitarra solista di questo esplosivo four act, e ne è venuta fuori una conversazione davvero piacevole e interessante.

La prima domanda è d’obbligo … perché questo nome? Voglio dire, è forse la frase più odiosa che si possa leggere mentre si naviga su internet! (risate)
Beh, essenzialmente per due motivi: il primo è che tutti e quattro siamo appassionatissimi d’informatica; poi perché, vivendo “a distanza” l’uno dall’altro, chi a Roma città chi in periferia, è più facile lavorare costantemente, oltre che vedendosi in sala prove, anche condividendo idee e riff tramite la rete. Lavoriamo, ad esempio, con un cloud unico, di gruppo … poi, se ho uno spunto per una canzone, scrivo la partitura in Guitar Pro e la invio agli altri membri della band. Credo sia un modo per facilitare la creazione dei nostri pezzi.

Diciamo, insomma, che ad oggi, nel 2014, alla classica “sala prove” si è  aggiunta anche la dimensione virtuale.

La distanza, con la tecnologia, la colmi bene … hai più possibilità di lavorare con persone che stimi e di correggere eventuali errori commessi durante una prova che, sul momento, sembra esser andata alla grande ma che poi, a mente fredda, ti rendi conto esser stata un vero schifo. È un ottimo strumento per rendersi conto di cosa ci sia da migliorare. Fai una prova, ti registri, il giorno dopo riascolti cos’è venuto fuori e vedi cosa approfondire … continui a scrivere, torni in sala prove e ricominci.

Una delle prime cose che ho notato ascoltandovi, è l’ottima pronuncia inglese di Leonardo, il vostro cantante … che tra l’altro ha una voce formidabile.

Vero … pensa che abbiamo anche fatto ascoltare il nostro cd a persone che l’inglese lo masticano quotidianamente, per lavoro, non come noi che lo parliamo solo in aeroporto o quando siamo in vacanza all’estero. È una cosa che abbiamo fatto non solo per capriccio, ma anche per vedere su quali sfumature lavorare, come migliorarci e quali errori grammaticali correggere. Alla fine, la voce è forse una delle cose più importanti di una band e spesso si tende a prestare attenzione solo alla sua qualità, mai anche al modo in cui esprime concetti e parole. Ci sono tantissimi gruppi italiani che cantano in inglese …

… e alcuni hanno una pronuncia inglese davvero pessima. Tipo i Linea 77.

(risate)

Su questa linea, un’altra mia domanda è legata al tipo di musica che proponete … veramente poco “italiana”.

Zero, zero proprio. Il discorso è questo: siamo quattro musicisti tutti con un background diverso. Chi viene dal grunge, chi dal metal più classico, chi è più legato alla tecnica … così abbiamo “deciso” di scrivere musica che non suoni già fatta, con idee che peschino dal nostro passato musicale e che, messe insieme, possano creare un sound diverso da quello dei tanti altri gruppi che girano per l’Italia. Abbiamo cercato, poi, da un lato di non trascurare la composizione, dall’altro di non dar troppo peso al virtuosismo tecnico fino a creare canzoni inascoltabili. La nostra marcia in più è che amiamo sperimentare … e sperimentare non vuol dire solo utilizzare strumenti particolari, sintetizzatori o suoni provenienti chissà da dove. Si può benissimo sperimentare anche con una semplice chitarra classica, in cameretta. Per dire, è stato abbastanza naturale, per noi, scrivere una canzone senza ritornello!

Finora che risposte avete avuto dalle persone a cui avete fatto ascoltare le vostre canzoni?  

Tutte positive! Di solito, l’unica cosa per cui siamo stati criticati è legata al fatto che la nostra musica è poco “vendibile”.

Lo dissero anche agli Slipknot …

… speriamo di arrivare dove sono arrivati loro!

E per questo 2014? Progetti?   

Abbiamo scritto un paio di nuovi pezzi e vorremo incidere un vero e proprio album completo. L’anno scorso ci siamo concentrati sulla scrittura delle canzoni e sulla registrazione del demo. Poi suonare … quest’anno vorremmo che sia l’anno dei live. C’è da dire che lavorando tutti e quattro e finanziandoci di tasca nostra, almeno per il momento, bisogna sempre fare una scelta: l’anno scorso abbiamo puntato sulla poca visibilità, per favorire il processo di composizione … quest’anno puntiamo alla registrazione del disco e ai live. Dove sarà possibile suonare, suoneremo!

Un’ultima domanda, una curiosità più che altro: con gli Hammer, tu hai avuto anche modo di suonare all’estero, di fare tournée in Germania, per esempio.
Mi sono sempre chiesto una cosa: hai trovato differenze fra il pubblico tedesco, ad esempio, e quello italiano?

Enormi. In Germania, per esperienza personale ho visto tutt’altra attitudine da parte del pubblico nei confronti di una band sconosciuta che si esibisce in un locale chissà dove. Lì, TUTTI vengono per divertirsi, non per mettersi a braccia conserte, sotto palco, a giudicare se questo o quell’assolo è stato eseguito male, se il bending è fatto bene, se la cassa ha mancato un colpo o se il cantante ha sbagliato. Lì, si va ad un concerto per divertirsi, poi a fine serata c’è quello che viene a stringerti la mano e quello che non ti si fila neanche di striscio … ma tutti si divertono. Tutti!

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