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ott 08

Mooth – Slow Sun

Una nuvola nera e carica di watt si sta per abbattere sui vostri impianti stereo casalinghi, prendere precauzioni o meglio sarebbe “darsi alla macchia”. Superati gli allarmismi di prassi, ecco il motivo delle avvisaglie, il nuovo disco della formazione di Pavia dei Mooth che dello stop’n’go ne fanno ragione di vita e di suono, un bel calibrato di sludge, stoner e hardcore sulfureo che non mitiga mai nemmeno se si dovesse fare un giuramento con un dio alternativo.
Slow Sun è un coriaceo otto tracce che sistematicamente dà la garanzia di un viaggio ricco di intensità, emozione e potenza ai confini desertici della mente, una densissima spirale sonica compressa che avvolge e stritola come una anaconda famelica, lavoro carico ed intelligentemente “infettato” di avangarde fumosamente black che, con furiose unghiate ispirative di Kyuss, Uzeda e a tratti Jesus Lizard, posiziona il suo status a livelli ottimi, bellicosamente ottimi. Da non sottovalutare l’istinto noise che la band spara ovunque, sopra e sotto traccia, una espressività amplificata e tutta “yankee” che fa bella mostra di sé in una caratura ragguardevole e sbavante.
Sostanzialmente stoner allo stato puro della definizione, un sound Tyrannosaurico che si muove pesantemente, magico e diabolico, superbo e assodato, niente solos chitarristici o tirature da primadonna, ma il dolce “sferragliamento industriale” di corde e pedaliere, pelli e bassi che perforano l’immaginazione, lo spirito, fino a farlo a brandelli, una sensazione di tempesta a random che sradica tutto, estirpa e rende inoffensivo ogni tentativo di contrarietà; una sorta di reincarnazione dei simbolismi sonici del mondo buio di sotto? Forse, per il momento le bastonate mid-grunge che arrivano da MDMA, gli schizzi sanguinolenti e growl di Skeletons, i miasmi luciferini di Viscera o il veleno dilatato di Fletcher Mcgee, sono l’anteprima di questa stanza – a suo modo – del dolore passionevole che i Mooth postano come un abbraccio – letale – e che riesce a rendersi interessante e felicemente indisciplinato.
Warning: fuoco e acidità oltre la soglia massima, garantito!

Label: Martinè Records/Toilet Smokers Club records
Anno: 2013

Tracklist:

1. Debra De Santo was a heartreaker
2. MDMA
3. Skeletons
4. Bloodrop
5. Red Carpet
6. Viscera
7. Black host
8. Fletcher Mcgee

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