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set 14

Diodato – E Forse Sono Pazzo

Inserisci  tra i tuoi neuroni questo disco di  debutto E Forse Sono Pazzo, del cantautore Antonio Diodato, in arte Diodato e sussurri, audacia, graffi e carezze invaderanno i tuoi territori mnemonici, un calore pian pianino ti salirà nel sangue e – senza riserve – ti farà suo in men che si dica. No, non si sta parlando di una nuova droga in circolazione, ma di un piccolo benessere uditivo che in circolazione ci va alla pari di una sostanza eccitante; undici inediti e una rilettura di Amore Che Vieni, Amore Che Vai del vate De Andrè  sono la via d’espressione che il cantautore – tra un pop-rock con stimate nervature autoriali – immette attraverso una stuzzicante ed efficace manciata di minuti d’ascolto, e dove, in risalto, si grassetta un equilibrismo stilistico  che attrae anche l’orecchio più scettico.
Dunque elettricità sporca e poesia grigio topo (Patologia, E non so  neanche tu chi sei), chitarre fuzzate (Capello bianco) e pensieri disillusi a metà, sensualità e bronci (I miei demoni), intimità urlate e personalità da vendere sono le tinte e le emozionalità che Diodato espande con una “follia creativa” che stupisce; falsetti, shuffle e stati di calma apparente fanno un continuo yo-yo tra i coni stereo e l’immaginazione, una penna che riga atmosfere credibilissime e che fa ben sperare per un – speriamo a breve – svecchiamento delle corsie asfittiche che il songwriting italiano oramai, da troppi “oramai” occupa, e da quanto è dato sentire da questa bella ossatura sonora pare che il “trasloco” possa già cominciare.
Un disco che dedica il suo temperamento a sonorità elastiche, da una parte l’esigenza dello slancio tensioattivo (Ma che vuoi), dall’altra le voglie di un uomo a fare i conti con sé stesso (E forse sono pazzo,con un Buckley Jr. in tasca) e con la melodia mediterranea (Ubriaco), ma quello che in fondo conta non è il tempo di raccolta che la forma espressiva di Diodato riassume in una list calibrata, ma è il senso esplorativo e originale che questo poeta del dinamismo rilascia attraverso un mondo di patchworks comunicativi che – anche solo dopo un ascolto, anche il più fugace – si consumano e (ri) consumano con avidità straordinaria.
Una nuova ricchezza sonora avanza a falcate.

Label: Le Narcisse
Anno: 2013

Tracklist:

1. Mi fai morire
2. Ubriaco
3. Ma che vuoi
4. E forse sono pazzo
5. I miei demoni
6. Panico
7. Capello bianco
8. Patologia
9. Amore che vieni amore che vai
10. Se solo avessi un altro
11. E non so neanche  tu chi sei
12. Gli alberi

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