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apr 08

A Place to Bury Strangers – Exploding Head

Exploding Head

..Ero passato da Discoteche Laziali ed un impulso distruttivo mi ha convinto a comprare il nuovo disco degli A Place To Bury Strangers. Forse perché è uno dei gruppi migliori che ho ascoltato negli ultimi mesi ed era vergognoso che non avessi mai comprato un loro album. Lo scarto accuratamente, infilo l’indice nel buco e lo tiro fuori con cautela: è da tanto che non compro un cd, ed il contatto fisico con la musica quasi mi emoziona.
Appena inserito, in attesa che carichi, do un’occhiata all’artwork. Ombre nere e grigie si confondono sul fronte/restro, ed all’interno un rosso accecante fa da sfondo ad una batteria parcellizzata e sequenziata. Essenziale e minimalista. Ma appena clicco su play di minimalismo non ce n’è traccia: It Is nothing nella sua semplicità fa giustamente esplodere la testa. E’l’intenzione dichiarata di Oliver Ackermann (chitarra e voce), Jono Mofo (basso) e Jay Space (batteria): rumore puro, con una perdurante scia shoegaze imbastita alla perfezione su ritmi post punk. Il singolone In Your Heart dà i brividi per come è costruita, con i riff che ti piazzano come un vascello che ondeggia tra due maree imponenti durante una tempesta di suoni. Il sapore degli anni’80 viene sputato fuori dall’assolo di Oliver, con un bis più perforante nella parte finale. Lost Feeling rifà i Jesus & Mary Chain senza copiarli spudaratamente ma anche senza tradirne lo spirito originale come fanno i The Pains Of Being Pure At Heart. Ma l’intensità col passare dei minuti sale e non ti dà tregua: noise anfetaminico, ritmo ossessivo e psichedelia nera si fondono in un bad trip metallico cher lascia estasiati. Il garage iniziale di Dead Beat viene immediatamente sommerso dal clangore iconoclasta degli APTBS e sostituito da un più corposo basso magnetico. Ma è tutto confuso nelle mani di questa band, definita da molti media americani come “the loudest band in NYC”, probabilmente a ragione (ma i Liars li aspettano in finale per difendere il titolo).
Keep Slipping Away vorrebbe darci del buon pop da cantare, ma non può. I guardiani la lasciano giocare per un po’, prima di scatenargli addosso segugi di riverberi e distorsioni che la dilaniano senza pietas. Ackerman is echoing in my mind. Menzione speciale per Ego Death: partenza alla Turbonegro, ma se possibile con il volume più elevato. Il ritmo lento fa da contraltare ad un ticchettio da cardiopatico, sostenendo ancora di più il riffone micidiale che scatena l’inferno nella parte centrale. So come on. La parte finale sale verso il barocco, arroccandosi verso la sommità della discografia contemporanea mondiale. Un attimo di respiro, ma nemmeno quello, perché Smile When You Smile riparte senza fermarsi alla fermata dell’autobus, lasciandoti a piedi come un autista distratto dell’Atac (e vi assicuro che ce ne sono tanti). Il post punk riemerge di potenza in Everything Always Goes Wrong: come è giusto che sia per un disco prodotto dalla Mute Records. Si sente odore di Black Rebel Motorcycle Club in giro. Exploding Head segue la stessa scia della precedente, con un ritmo da Joy Division ma uno sguardo che supera i limiti di velocità consentiti sulle autostrade. Graffia il suono degli APTBS, urta di continuo contro i guard rail ai lati dei generi musicali, facendo scintille prima del grande crash finale. Che non è dovuto ad un addolcimento od ad una pausa di riflessione: I lived my life to stand in the shadow of your heart non concede tregua o compromessi, anzi, se possibile alza la posta in gioco. Tempesta sonora, con alta intensità elettrica: non viaggiare sprovvisti di catene, potrebbero esservi utili per giocare a fare la guerra con Ackermann & Co. Ma il consiglio più utile per gli ultimi secondi è occhio alle casse che rischiano di scoppiarvi davanti a voi. Sul serio.
Poi un vuoto silenzio. Dopo il debutto omonimo del 2007 su Killer Pimp che aveva fatto gridare al miracolo gli A Place To bury Strangers si sono riconfermati, senza stravolgere i loro intenti ma intensificandoli ancora di più. Vanno dritti per la loro strada, ad una velocità pazzesca (secondo album in due anni) e lasciando estasiati tutti quelli che li hanno visti dal vivo. Per voi forse non è niente. Io invece li aspetto qui con una vanga in mano per scavare un solco più profondo nel rumore bianco del loro sound.

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