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mag 07

La più bella ossessione dei Sadside Project

Sadside Project

a cura di Christian Panzano

Mesi fa abbiamo avuto la possibilità di conoscere il progetto Sadside project e lo abbiamo elogiato come spetta a chi riesce a mescolare più generi per trarne fuori una linfa personale, estemporanea ma matura al tempo stesso. Winter whales war è il secondo album  di questo duo romano composto da Gianluca Danaro e Domenico Migliaccio. L’istinto ci ha spinti a contattarli e a scambiare quattro chiacchiere.

 

In sede di recensione credo, mesi fa, di aver citato minimo una quindicina di riferimenti musicali per quantoriguarda il vostro straordinario Winter whales war. Dal rock al punk, dalla wave al folk e al rockabilly, passatndo per garage, hard e chi più ne ha più ne metta. Ho esagerato o è vero che nel vostro disco c’è veramente una valigia aperta da cui cadono una marea di album ?

Si sicuramente ci siamo lasciati guidare da molte influenze, devo dire che in sede di composizione non badiamo tanto all’etichetta che può acquisire un pezzo, o al genere a cui si accosta di più. Noi suoniamo e basta, se ci piace quello che viene fuori lo teniamo e pian pian lo affiniamo in sala prove, altrimenti finisce nel dimenticatoio. Sicuramente il nostro ultimo disco può risultare poco coerente dal punto di vista di genere, ma è una scelta che abbiamo fatto pensadoci su parecchio, e devo dire che ne siamo soddisfatti.

•    Difficilmente si sente coniugare un verbo sonoro robusto con altri di stazza continentale e cavarne fuori un pezzo infinito. Credo sia questa la senssazione che ho avuto ascoltando Edward teach also known as Blackbeard. Come è nato questo pezzo?

Volevamo fare un pezzo tirato, che non si fermasse mai, alcune volte live lo facciamo talmente veloce che non riesco a prendere fiato per cantare un verso di seguito ad un altro…il suono robusto è di un big muff sapientemente modificato dai ragazzi del laboratorio di Effetti di Clara che praticamente hanno fatto diventare il mi muff NY un rams head. La traccia narra del pirata Barbanera, una delle figure più terrificanti nel panorama marinaresco seicento-settecentesco.
•    Da quale esigenza nasce Winter whales war, da quale esigenza nascono i Sadside project? Parlateci di voi.

Winter Whales War è la sintesi di tutto ciò che ascoltiamo,abbiamo suonato molto per fare questo disco. Penso che la musica sia un esigenza per noi, suoniamo sempre ed ovunque, e se non la suoniamo, la ascoltiamo e se non la ascoltiamo ne parliamo. Insomma siamo ossessionati, e forse è una delle piu belle ossessioni che ci sia mai capitata.
•    Domanda da un milione di dollari: quale è lo stato del rock aggiornato al 2013?

Credo ci sia un sacco di roba valida in questo momento, in realtà ci sono sempre realtà valide, basta cercarla oltre il mainstream. Mi piace questo ritorno agli anni 60-70 e divertente vedere che sia i ragazzi che le scene musicali di ogni città in cui ci troviamo a suonare  siano fortemente influenzate da quel periodo. Vorrei solo che le band suonassero per il gusto di farlo e non per guadagnare like o compiere escalation nelle proprie comunità sociali.
•    Come procede il tour?

Benone! Abbiamo fatto una 30 di date da febbraio e stanno andando molto bene, non riesco ad abituarmi ad alzare lo sguardo durante qualche live e rendermi conto che posso seguire le parole del pezzo che sto cantando sulle labbra dei ragazzi o delle ragazze in prima fila, è emozionante. Siamo grati a tutte le persone che ci vengono ad ascoltare. Poi in tour s’incontra gente fantastica, l’ultima volta a Milano abbiamo suonato con I Fast Animal and Slow Kids e sono diventati immediatamente il mio gruppo preferito!

 

•    Quanto è importante un live set per sperimentare e che effetto vi fa essere a contatto con la gente che viene ad ascoltarvi?

È fondamentale, durante il live si capisce cosa funziona e cosa va limato o riarrangiato, per quanto riguarda il pubblico, come ho detto prima, è fantastico vedere il pubblico coinvolto ai nostri concerti, è il regalo piu bello dopo un sacco di km di strada e schiena dolorante a forza di caricare e scaricare ampli.

•    Ditemi tre dischi che vi hanno sconvolto la vita.

Gian: Revolver (The Beatles), Is This it (the Strokes), Takk (Sigur Ros)  (ma ce ne sarebbero altri milleeeeee)

Dodo: In the court of the Crimson King dei King Crimson, Punk in Drublik dei nofx e Ko de mondo dei Csi.

•    Fate musica per mestiere o nella vita diciamo “normale” vi occupate di altro?
Gian: Io mi sono appena laureato in letterature europee moderne e adesso tra un concerto e l’altro mi faccio qualche esame di specialistica.
Dodo: mi occupo di illustrazioni (https://www.facebook.com/ilvij?ref=ts&fref=ts)

•    Come corre per voi il tempo in Italia? Come la vedete voi la situazione dell’arte e della cultura, in un momento in cui non si riesce neanche a decidere come poter formare un governo?

Perdonami, ho provato a riformulare questa risposta molte volte, ma risulto sempre noioso e retorico.

•    Inevitabile domanda conclusiva: progetti per il prossimo futuro?

 Mark Hoppus al basso con i Sadside Project.

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