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mar 20

Crimea X – Another

Tra una settimana approderà nei vostri impiantini stereo questo nuovo lavoro del duo Rocca\Reverberi, che per l’occasione ha fatto scendere dai fiordi il guru delle atmosfere elettroniche Bjorn Torske, che ha curato prima la produzione vera e propria dell’album e in secondo luogo il mixaggio. Insomma, quasi un menage a trois per Another che si presenta come la perfetta evoluzione del sound dell’esordio. Una maturazione un po’ naturale, un po’ aiutata dalla join venture con la scandinavia del Torske, ma di sicuro un prodotto pronto per espatriare concretamente in Europa, dove forse il sound dei Crimea X è più apprezzato che nel Bel Paese. Perché queste sonorità in realtà sono profondamente radicate nella penisola, prendono un po’ spunto da quell’immaginario italodisco dei ’70 e degli ’80, ma vengono reinterpretate con la consapevolezza del giorno d’oggi. Si respira questa freschezza già dal primo brano dell’album, Essential, un’overture priva di cassa, ma ricca di suoni che ti prendono per mano e ti accompagnano all’interno del mondo di Another: arpeggi di synth rotondi e in continua evoluzione, tappeti e voci soavi, il tutto evoca davvero l’ingresso in un tunnel di colori, un passaggio dalla routine all’immaginario dei Crimea, una sorta di monito che sembra dirci “ok, adesso rilassati, togliti le scarpe e siediti sul divano, chiudi gli occhi, sorseggia un fresco vodkatonic e preparati…”. L’incipit è infatti seguito da Floordance Track, che già dai primi secondi si manifesta come tale, con cassa leggera in quattro, scampanellate appena accennate e bonghettini in sordina; ne scaturisce un vortice di suoni ipnotici, l’altra faccia del tunnel, voci lontane, il tutto ben equilibrato col fine di farti muovere il corpo ma non troppo, almeno all’inizio. Haunted Love è meno impulsiva e più poetica, si sviluppa in maniera davvero delicata, ti solleva in un alone di disinteresse, fino a quando entra il ritmo, scoppia la bolla e cadi in un prato popolato da suoni in crescere che ti circondano, e vengono ad annusarti e a cercare di capire che cacchio ci stai facendo lì. No, non ho cambiato spacciatore, ma sono davvero le sensazioni che mi suscitano un attento ascolto di questo album: inutile quindi dire che in Dream Is Gone l’andazzo rimane lo stesso, ovvero un tappeto volante che ti porta a fare un giro a velocità ed altezza moderata, senza esagerazioni, sorvolando sintetizzatori arpeggiati un po’ alla Moroder e la voce che con i suoi sussurri ti infonde sicurezza. Portable Water è simpatica, si muove cautamente e non è mai invasiva, un po’ esercizio di stile, un po’ colonna sonora, un po’ momento di pausa nell’album. I Feel Russian è una marcia ad un livello moderato di battiti per minuto, un avvicendarsi di suoni analogici nel quale si inserisce lo splendido flauto traverso, assieme a spianofortate che aprono ad un orizzonte dai colori vivaci e rassicuranti. Yev è forse la traccia più influenzata da Torske, con quella sua ritmica disco sulla quale si innestano giri di basso belli rotondi, e suoni acidi in crescere che lasciano davvero poco respiro a tutto il resto: efficace sul dancefloor con l’impianto a chiodo, gradevole per un ascolto in cuffia sul tram o mentre si fa jogging per strade di campagna. Determinazione in A Present, brano deciso che ti fa muovere fin dai primi colpi di cassa, e ti cattura con quegli arpeggi sempre delicati: la voce la rende squisitamente pop, e dona a tutto il brano un appeal davvero avvincente. Concludono il lavoro i dieci minuti abbondanti di A Summer Rain, un epilogo eccezionale che concretizza maggiormente quelle atmosfere che i Crimea vogliono creare nell’ascoltatore di Another: c’è serenità, c’è benessere, c’è speranza, c’è positività. E il metodo con cui suscitano queste sensazioni, è davvero eccelso, sapiente; si avvalgono di un’amalgama di strumenti sinergici tra loro, che creano un impasto davvero particolare, fresco e funzionale, sia per la danza nel più remoto dancefloor di nicchia, sia per il relax stesi sul tappeto a sorseggiare un’aranciata amara e sfumacchiare sigarette elaborate. È un album ottimo, che suona sempre meglio ascolto dopo ascolto, mai banale e sempre in continua evoluzione, mantenendo comunque quei tratti caratteristici che definiscono concretamente questo tipo di sound, al quale come sapete non amo incollare un’etichetta inventata mescolando sette sottocategorie musicali insieme, ma che preferisco farvi scoprire suscitando in voi la curiosità d’ascolto. Impreziosisce il pacchetto l’artwork dell’alieno Amaducci, artista e performer ferrarese che con le sue collaborazioni regala ai prodotti di casa Hell Yeah! una veste davvero interessante e sempre innovativa.

 

 

Etichetta: Hell Yeah! Recordings

Anno: 2013

 

Tracklist:

  1. Essential
  2. Floordance Track
  3. Haunted Love
  4. Dream Is Gone
  5. Portable Water
  6. I Feel Russian
  7. Yev
  8. A Present
  9. A Summer Rain

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