«

»

feb 11

Cafè Bakunin – Foucault

a cura di Christian Panzano

Psichedelia? Si, ma come l’avrebbe intesa un Jeff Beck che fa a gara con Jimmy Nolen. Quindi è fusion dei più classici. Spesso queste 4 tracce di Foucault dei Cafè Bakunin, rasentano la perfezione. Nelle impalcature ritmiche, nei sodalizi armonici e negli a soli, l’esecuzione è quasi irreprensibile. Il lavoro in fase di missaggio è preciso, pulito, senza sovra incisioni e rende empatico il feeeling che intercorre tra il fruitore e la follia egocentrica della banda. Per una auto produzione è gioco forza il massimo e se uno si presentasse alla porta di una indie label di peso con questo LP farebbe una tirata da sold out. Il problema purtroppo è la concorrenza. Questo esordio dei siciliani scandaglia in un po’ di jazz, ma senza enfatizzarlo, rappattuma in un po’ di funky, ma senza riesumarlo, scartabella un po’ di new wave anglofona, ma senza impiastricciarci sopra troppe veline cromate o non più della media almeno. Sono divertentissimi. Come non sentire chitarra e hammond rosicchiare un sapore e un groove da scavarci una fossa e metterci tutto dentro? Empatia da title track. Come non sentire il boogie estasiante che diventa hard bop e blues in Train to Chaouen che solo per il titolo potrebbe benissimo passare per un pezzo di jazz anni 60? Voglia di Joe Henderson. Dead in prison invoca i Cinematic Orchestra nel downtempo, i Morcheeba nel trip ondulatorio e in variabile sequenza, l’ Hancock di Empyrean Isles. Gran bel pezzo di propaganda musicale decorticata. I Cafè Bakunin sono dei fuori legge della musica. Revolution key of E è un po’ scontata, come volevasi dimostrare. Visto ciò che è stato seminato sulla via per Damasco, l’esordio del brano era prevedibilissimo e cioè un bell’aggancio alla Goblin. Quindi cosa dire? Buon inizio per questi bravi musicisti isolani. Solo un consiglio: lasciate perdere tutte le menate su Bakunin, Marx, Foucault e compagnia cantante (magari lasciate solo Bakunin visto la ragione sociale oramai scelta). Se volete proprio crearvi un marchio di fabbrica, puntate sul vostro estro, sulle vostre capacità, magari da mettere alla prova con live e successive produzioni. E si spera con tutta sincerità. Che siate o meno influenzati da un filosofo o da un altro purtroppo nel music business (anche quello indipendente) interessa tanto quanto interessano le vostre influenze musicali (non si può essere Battiato a tutti i costi). Non demordete, rimanete puri come siete, rimante rock on come già state dimostrando di fare. Il resto verrà da sé.

Anno: 2013
Label: autoprodotto

Tracklist
1-Foucault
2-Train to Chaouen
3-Dead in prison
4-Revolution key of E

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato!

Puoi usare i seguenti tag HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>