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dic 08

Neon Indian – Era Extraña

Reduce dal successo di Psychic Chasms, osannato dalla critica specializzata e piazzatosi ai primi posti tra le rivelazioni del 2009, Alan Palomo torna con un succosissimo seguito pubblicato da Static Tongues e registrato dalle parti di Helsinky. Su un’isola fredda di temperatura, ma calda di emozioni, Palomo ha trovato di che ispirarsi per proseguire il suo percorso musicale fatto di massicce dosi di synth e ritmo cadenzato. Era Extraña poteva essere un titolo da El Guincho (aguzzate la vista e scoprite le somiglianze tra i due: gli indizi ci sono) ed invece è un album godibilissimo con 12 tracce elettroniche o piuttosto, come direbbe Margiotta, intrise di chillwave (ed in questo caso lo spostamento in Islanda lo posso pure capire) o di glo-fi. Nomi nuovi ai più, ma se andate a vedere i Casa del Mirto potreste farvi qualche idea in proposito. Il mondo corre veloce, molto veloce, e non sta certo ad aspettare noi. Per cui ci troviamo in una strana epoca, in cui si vede con sbalordimento Lou Reed suonare assieme ai Metallica, ed un artista elettronico tirare fuori dal cappello una gemma che farebbe la felicità di qualsiasi shoegazer, di nuova o vecchia scuola: se vi doveste chiedere che diamine ci fa Fall Out all’interno di un album di Neon Indian, non vi preoccupate, rilassatevi ed ascoltate l’elettricità che pervade l’aria, e se i dubbi persistono, abbiamo una risposta ad ogni vostro dubbio. Tra gli inframezzi pubblicitari di cuore (Heart: Attack, Heart: Decay ed Heart: Release) le strizzatine d’occhio al rock ci stanno pure: la canzone che dà titolo all’album è una pesantissima tirata dark wave, dimenticata nei cassetti di un albergo islandese da Martin Gore. E che dire di The Blindside Kiss? Tra liriche esclusivamente sentimentali, si dà il giusto peso al ritmo: Hex Girlfriend e Polish Girl potebbero servire benissimo a scaldare una serata che stenta a decollare. Ma se volete qualcosa di più forte vi consigliamo di buttarvi su Suns Irrupt: qui l’intro da raggi gamma viene dilatato verso più infinito, lasciando spazio ad armonie languide e decadenti, in pieno stile Fever Ray. L’attenzione per le atmosfere nordiche: se dovessimo aggiungere le influenze evidenti dei Röyksopp (Heart: Release) rischieremmo di appesentire il discorso, ma lo abbiamo appena fatto. Gli steccati tra elettronica e rock non li ha certo abbattuti per primo il suddetto Palomo, ed il melting pot musicale è già in fase di saturazione. La chillwave (o glo-fi) sembra annunciare invece la fase decadente (intesa in senso artistico, non di giudizio) del connubbio elettro-rock, in cui all’ossessione per i sentimenti, cantata da Palomo, fa da contrasto l’algidità dei suoni o l’indifferenza verso se stessi. La copertina parla chiaramente da sé.

Label: Static Tongues
Anno: 2011

Tracklist

1.     Heart: Attack
2.     Polish Girl
3.     The Blindside Kiss
4.     Hex Girlfriend
5.     Heart: Decay
6.     Fallout
7.     Era Extraña
8.     Halogen (I Could Be A Shadow)
9.     Future Sick
10.   Suns Irrupt
11.    Heart: Release
12.    Arcade Blues (Single)

2 comments

  1. Margiotta

    Se mi scomodi Fever Ray allora sto disco è POPO bello

  2. closer

    popo glielo dici a qualcun altro.

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