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lug 16

James Blunt @ Piazzola Sul Brenta

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James Blunt

…e poi ti capitano quelle volte che vai ad un concerto giusto per accompagnare la tua ragazza, quei concerti senza troppe aspettative che sì, ok, te li guardi volentieri perchè comunque un concerto è sempre un concerto, ma poi anche se tra meno di sei ore devi svegliarti per andare a lavorare e ti sei fatto quasi duecento chilometri tra andata e ritorno, sei ancora sveglio per scriverne una recensione. E scrive uno che viene da concerti tipo Prodigy, Skunk Anansie, Editors, Trentemoller, Chemical Brothers, e via discorrendo (e mai prima d’ora avevo scritto di getto una recensione subito dopo essere tornato a casa dal concerto stesso). Ma alla fine invece ti ritrovi nel cuore della notte a scrivere di quanto sia stato figo il concerto di James Blunt. Incredibile la vita a volte eh, incredibile la musica.
Puntuale alle 21:45, le luci si abbassano e parte all’improvviso Also Sprach Zarathustra e già etichetto Blunt come uno sborone, ma faccio in fretta a ricredermi. In una splendida cornice come quella dell’Anfiteatro Camerini a Piazzola sul Brenta nell’ambito dell’Hydrogen Festival, un’ora e mezza di live genuino, di quei live che davvero ti emozionano anche se la conoscenza che hai dell’artista si limita all’ascolto di quei pezzi che ti è capitato di ascoltare distrattamente alla radio, ma che poi ti accorgi che sono abbastanza per farti divertire, appludire, emozionare. In una location un po’ “abbottonata”, dove tutti si stava seduti, il buon James è riuscito a tirarci in piedi, col suo sano entusiasmo, col suo essere sorprendentemente rockstar e animale da palco più di quanto non lo si veda nei suoi video e non si possa immaginare ascoltando i suoi pezzi; è riuscito a divertirsi e far divertire, grazie ad una scaletta perfetta creata con il giusto equilibrio di pezzi vivaci e altri più acustici, intimi, da pelle d’oca. Una voce pulita, senza effetti, è quella che senti nei suoi dischi, e che tiene botta per tutto il concerto; un ragazzo umile, che si presenta al pubblico dicendo che le uniche parole che conosce in italiano sono “ciao, buonasera e grazie”, ma che poi all’improvviso scende dal palco lasciando di stucco tutto il suo staff e la sua band, facendosi un giro tra il suo pubblico e sollevando tutti da quelle sedie, tenendoli in piedi praticamente sempre fino a fine concerto, facendoli poi tutti abbassare e saltare nei ritornello di uno dei suoi ultimi brani in scaletta. Insomma, un James Blunt perfetto, adorabile, un compagnone col quale potresti tranquillamente andare a farti delle birre al pub, mentre ti chiede l’opinione su un nuovo brano che parla dell’amore perduto, un artista che vive di musica, dell’affetto dei suoi fans e del suo pubblico, che chiude il concerto sventolando la bandiera italiana ed arrampicandosi in piedi sul pianoforte che sta suonando; in parole povere, quel “BRAO JIMI” che ti ha urlato per tutto il tempo quello dietro di me, te lo meriti tutto.

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