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gen 28

Marazzita – Mi gioco i sogni a carte

a cura di Christian Panzano

Cito la presentazione: un giovane cantautore riccio, calabrese, fuori sede che suona la chitarra. Questi sono gli elementi di minimo comune multiplo che lo accostano a un migliaio di altri cantautori. Quello che invece lo contraddistingue da tutti gli altri è la composizione delle sue canzoni, dotate di vene malinconiche, a volte ironiche, altre divertenti e sagaci. Da qui bisogna partire per parlare di Peppe Marazzita, ragazzo che di sicuro ha come elemento di simpatia l’essere riccio e calabrese. Questo secondo EP del cantautore meridionale, mi ha fatto un po’ storcere il naso, ma nel sentirlo emerge una voglia e una sincerità da apprezzare  e sicuramente non comune, in particolar modo per chi ha gusto nel lanciarsi su un genere come il cantautorato. Si sa, l’Italia è un paese di scrittori e ultimamente ne abbiamo a centinaia che pullulano nelle label indipendenti che hanno un discreto riscontro pubblicitario sul mercato (vedi la ottima La Fame dischi appunto) per non parlare delle grandi case sempre a caccia di prelibati talenti. Marazzita, mi spiace contraddire chi lo sostiene, non si contraddistingue, non esce dal mucchio selvaggio. Rimane, disturbato e in mal arnese sicuramente, nella folta cacciagione in cui si dovrebbe distinguere un compositore in erba da un volenteroso menestrello. È tutto un susseguirsi di refrain e colori sbiaditi del già sentito, già fatto, già commentato, una formula canovaccio degregoriano da cui è difficile tirarsi fuori. Marazzita armeggia con una materia che scotta, con parole che vorrebbero essere profonde, ma in realtà fumano e ronzano via subendo le sbuffate di venti di tramontana, con composizioni e arrangiamenti che vorrebbero essere pop, ma che peccano di imprecisione e fretta. Due pezzi buoni si trovano sul crinale dell’EP: Vai via da qua, sintomo rivelatore di quanto candore ci sia nel voler rischiare e scoprirsi con le proprie emozioni, e L’artista da giovane. Si tratta in entrambi i casi di tracce da cui poter magari ripartire come spunto per un album vero e proprio, senza troppi fronzoli e più diretto con testi più intensi salvo non cadere in riverberi cantautorali alla Mannarino e suonate leggerine alla Lunapop o Persiana Jones versione unplugged. La linea tracciata, a mio avviso potrebbe essere una ripresa moderna del canzoniere popolare con scritti che dovrebbero andare però ben oltre l’orticello della propria stanza da studente.

Label: La Fame dischi

Anno: 2013

Tracklist

1. Maledetto (Ballata per Piero Ciampi)
2. Posters
3. Venderanno il mare
4. Un balcone coi fiori
5. Vai via da qua
6. L’artista da giovane

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